Wednesday, October 13, 2010

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''Corpo del suono'', installazione contemporanea al Chiostro di San Galgano

Siena, Palazzo di San Galgano, Faculty of Humanities, Via Roma 47 12 to 23 October 2010, opening Tuesday, October 12 18:30
The installation of the sound of Body 'Grosseto artist Matthew May is the first appointment of the new cycle of review SANGALGANOSQUARE, edited by Prof. Massimo Bignardi, organized by the Chair of Contemporary Art History of Science Course in Art History, supported by the Dean of the Faculty of Arts and Philosophy, Professor Roberto Venuti and sponsored by the City of Siena in the scope program sponsored by the Culture Prof. Marcello Flores d'Arcais.
The cloister of San Galgano, with the installation of sound body will live a new dimension in which the viewer is invited to descend.
The idea came from research staff artist to link the man with the environment and the world around him - Federico Pace writes - being able to do dialogue with the architecture, with the lines that create the space through a musical, spiritual and material that leads to "a work of art."
to catch the eye of the public is the figure of the jazz-man at the center of the scene con la sua presenza evocativa ci trasporta in un luogo altro dove la storia del chiostro e quella del musicista si incontrano. Gli schiavi neri, deportati dall'Africa dal 1500 al 1865, vennero in contatto con gli europei giunti a colonizzare le Americhe. Dall'incrocio di forze sotterranee di un popolo considerato istintivo, come gli africani, con l'idealismo occidentale, nato dalla Grecia classica e dal mondo germanico, fiorì una nuova forma culturale basata sulla creatività e istintività conviviale e sull'improvvisazione, vocale e strumentale. In un dialetto africano, infatti, la parola “jasi” significa “vivere ad un ritmo accelerato”. In linea di principio, nel Jazz la figura del creatore della musica e quella del suo esecutore si fondono e si identificano nella figura del solista che improvvisa. Come l’artista, attraverso la percezione della realtà, ricerca una costruzione formale adeguata al proprio suono interiore, così il jazz-man improvvisa la sua musica che nasce direttamente dall’anima e prende forma, divenendo costruzione di un pensiero e ‘corpo del suono’. Per Kandinskij la musica è l’arte per eccellenza che ha saputo portare ad espressione il proprio contenuto interiore, un’arte puramente spirituale: «risulta che la migliore insegnante sia la musica, l’arte che non si è dedicata alla riproduzione dei fenomeni naturali, ma alla espressione dell’animo dell’artista e alla creazione di una vita autonoma attraverso i suoni musicali». Questa risonanza spirituale, questa necessità interiore sono il principio fondamentale di ogni lavoro creativo. Mentre il pittore deve tendere a stabilire un contatto efficace con l’anima umana attraverso il colore, nello spazio del chiostro sarà la musica, ideata dal compositore Simone Maggio, a trasportare lo spettatore in un’atmosfera coinvolgente e visionaria, dove l’esperienza interiore di ciascuno si incontrerà con la storia radicata del luogo. Il jazz-man immerso nei suoi ricordi e nelle sue emozioni darà corpo alla musica che prenderà la forma di un cubo, poliedro regolare, che Platone associa alla Terra “perché è la più immobile e dei corpi la più plasmabile”. In questo modo lo spazio sarà invaso da solidi sospesi nell’aria che rappresentano al tempo stesso il corpo e lo spirito della musica.

L’installazione di Matteo Maggio plasma lo spazio e conduce ad una nuova dimensione, un nuovo grado di libertà interiore dove il tempo è scandito dal suono, una dimensione immediatamente successiva alle tre dello spazio reale. (Federica Pace)





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